IL MIO DOMANI

Sara Sesti

 

 

 

 

Presentato al Festival del Cinema di Roma 2011, il film è opera della regista milanese Marina Spada (Come l'ombra, Poesia che mi guardi ). Protagonista è Monica - Claudia Gerini per la prima volta in un ruolo drammatico - una donna manager dallo sguardo triste, dedita a grafici e a nuove strategie per le risorse umane, che decide di mettere in discussione il precario equilibrio costruito intorno al lavoro e agli affetti: una relazione con Vittorio (Paolo Pierobon), il presidente della società per cui lavora e dal quale avverte un distacco crescente, e un conflittuale rapporto che la lega alla sorellastra Simona (Claudia Coli) e al padre (Raffaele Pisu).

Nelle sue lezioni ai manager Monica parla di vuoto come opportunità di rinascita finchè si accorge di essere essa stessa lo strumento con cui le aziende giustificano i tagli. A quel punto le sue certezze si scalfiscono e inizia un nuovo percorso. E' spinta, forse da un celato desiderio di riparazione, ad aiutare il nipote Roberto (Enrico Bosco) schivo diciassettenne. Frequenta un seminario sull’autoritratto fotografico dove conosce Lorenzo (Lino Guanciale) che non riesce tuttavia a distoglierla dalle sue inquietudini. I suoi conti con il passato, con i sensi di colpa e i difficili rapporti familiari sono complicati, dolorosi e niente sarà più come prima.

Il film è girato a Milano come i precedenti di Marina Spada che ama profondamente la città e che qui la riprende nei quartieri in movimento - il Portello, Milanofiori, la Bicocca, l'Isola - per documentare i profondi mutamenti del paesaggio e consegnarli alla storia, grazie anche all'affascinante fotografia di Sabina Bologna e Giorgio Carella.

"Non è il cinema italiano «due camere e cucina», quello di coppie-single-tradimenti diluito in soggetti importanti. Le immagini di Marina Spada declinano la prima persona al nostro tempo, dichiarando, in maniera quasi spudorata, un universo poetico che è quello del suo cinema. Di un femminile in bilico, spavaldo nel suo essere fragile". Cristina Piccino, Il Manifesto

 

 

8- 11- 2011